Presentata come prototipo al Salone di Ginevra del 1971, grazie alle sue forme venute dal futuro la Lamborghini Countach si impone immediatamente come la supercar più sbalorditiva di sempre. Massima espressione della linea a cuneo sviluppata dai grandi designer italiani dell'epoca, in questo caso Marcello Gandini, già autore della Miura e del prototipo Alfa Romeo Carabo, da questa la Countach eredita i concetti di base, incluse le scenografiche portiere a coltello, montate per la prima volta su un'auto di serie. Sebbene la Countach fosse considerata un'auto da collezione già da nuova, oggi è una classica dalle quotazioni in ascesa verticale, con le prime versioni “Periscopio”, dal tipico taglio sul tetto, che viaggiano spedite oltre il milione di euro. Più godibili e performanti, ma altrettanto impegnative, le successive evoluzioni LP400 S S2 ed S3 preparano la strada alla 5000 S del 1982 da 4.754 cc e 375 cavalli, più malleabile ma ancora maledettamente veloce. La scossa arriva quando Ferrari presenta, nel 1984, la Testarossa. Lamborghini risponde con la Quattrovalvole: V12 portato a 5,2 litri, 48 valvole e ben sei carburatori verticali Weber, per 455 cavalli complessivi. Canto del cigno è la Countach 25º Anniversario del 1988, migliorata nel 40% dei componenti col contributo di Horacio Pagani. Col passaggio del testimone alla Diablo, nel 1990, questa versione celebrativa chiude la lunga carriera di una delle supercar più sfacciate e incredibili di sempre. Che oggi è una storica da cercare in vendita senza indugi: più passa il tempo, più diventa inarrivabile. Rimanendo sempre, irraggiungibilmente, folle e bellissima.
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