Clone economico dell'Audi 50, la Volkswagen Polo prima serie debutta nel 1975 ma, a differenza della sorella di Ingolstadt, estinta nel 1978, sopravvive ancora oggi. La svolta arriva nel 1981 con la seconda serie, che introduce l'inedita carrozzeria da piccola wagon a portellone verticale ad affiancare la tre porte classica, definita pretenziosamente Coupé. Se ne produce anche una berlina tre volumi, pure a tre porte, chiamata Derby. In declinazione wagon la Polo diventa un'utilitaria di tendenza, impreziosita da accessori d'immagine come il tetto apribile e, grazie ad attenti e misurati restyling, resiste fino al 1994, quando arriva la terza serie: un modello completamente nuovo, meno originale ma efficace, che condivide la piattaforma con la coeva Seat Ibiza e che alza ulteriormente l'asticella, imponendosi come utilitaria premium, grande ormai più della sorella maggiore Golf di prima generazione. La Polo IV arriva nel 2001: passiamo da piccola youngtimer ad auto usata dall'interesse collezionistico ancora minimo, eccezion fatta per alcune versioni finite direttamente nella categoria Instant Classic: tra queste, grazie ai quattro campionati del mondo Rally consecutivi vinti da Sébastien Ogier, la Polo R WRC del 2013, mossa da un 1.6 TFSI turbo da 300 cavalli, e la Polo GTI R5, basata sulla Polo VI GTI e omologata nel gruppo R5. In virtù della diffusione relativamente ridotta, cercare in vendita e mettere in collezione una semplice GTI è comunque una buona scelta, meno estrema anche nel prezzo. Una bella wagon prima serie invece, magari full optional, è oggi una storica rara e sofisticata.
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