Nata nel 1972 con l'ingrato compito di sostituire la 500, da cui eredita il motore da 594cc, la 126 è l'ultima utilitaria “tuttodietro” prodotta da Fiat, e rappresenta un salto in avanti per sicurezza e sfruttamento degli spazi. Merito della carrozzeria squadrata e del serbatoio riposizionato sotto il sedile posteriore. Totalmente nuovi gli interni. Ordinabile con carrozzeria chiusa o tetto in tela, nel 1976 la 126 esce con la seconda serie in versione base con nuovi cerchi, freni maggiorati e interni rinnovati, e Personal che aggiunge nuovi paraurti e fascioni laterali. Nel 1977 la cilindrata sale a 652cc: su base Personal 650 nascono le serie speciali Black e Silver, con dotazione arricchita e verniciature specifiche, rimpiazzate nel 1980 da Brown e Red, ora prodotte da FSM in Polonia, dove la 126 è il simbolo della motorizzazione di massa. Dal 1983 la 126 è venduta in un unico allestimento, e nel 1985 arriva un nuovo restyling e, finalmente, l'avviamento a chiave al posto della leva sul tunnel. L'ultima evoluzione prima della Cinquecento si chiama 126 Bis: il nuovo motore a sogliola da 704cc raffreddato ad acqua consente per la prima volta di avere un baule posteriore con portellone, come sulle vecchie 500 Giardiniera. Meno buffa rispetto a Topolino e Nuova 500, solo da poco la 126 è considerata una classica da collezione. La prima serie, specie con tetto apribile, è una storica rara e ricercata. E a prezzo di saldo si compra usata una delle utilitarie più significative degli anni settanta.
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