Nel 1973, con la nuova AM V8, restyling della precedente DBS V8, a sua volta evoluzione della DBS 6 cilindri, Aston Martin chiude definitivamente la dinastia delle sportive DB, in onore del patron David Brown, estromesso nel 1972. Tramontano persino le ruote a raggi viste su DB2, DB4, DB5 e DB6 d'epoca. Classica granturismo due porte fastback con lussuosi interni a quattro posti, mossa da un nuovo motore 5.3 testato nientemeno che alla 24 Ore di Le Mans 1967 sulle Lola T70 del Team Surtees, la V8 genera nella gamma a listino sia la cabriolet Volante che la sportiva Vantage. Basate su di essa saranno anche la quattro porte Lagonda del 1976 e la successiva coupé Virage, mantenendo in vendita per decenni la medesima meccanica, usata addirittura fino al 2000 sotto la proprietà Ford. Differenza principale è l'alimentazione: inizialmente iniezione meccanica Bosch, poi quattro carburatori Weber, infine iniezione elettronica Weber-Marelli sulla quinta serie EFI del 1985. Di serie, per tutte, cambio automatico Chrysler Torque Flite, col manuale ZF cinque marce optional disponibile solo in Europa. Da menzionare, negli anni ottanta, la serie limitata ad alte prestazioni preparata da RS Williams, col V8 portato a 7.0 litri. A causa del prezzo sostenuto, la V8 vende principalmente oltreoceano, soprattutto nelle costose versioni Vantage Volante e nella rarissima serie limitata da collezione V8 Vantage Volante Principe di Galles, ispirata all'esemplare di Carlo d'Inghilterra. Storica resta però la V8 guidata da James Bond in 007- Zona Pericolo, equipaggiata con gli immancabili optional di Q.
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