Spesso nella storia dell'automobile più modelli dello stesso marchio hanno portato lo stesso nome. Mai però due tipologie tanto differenti come nel caso dell'Alfa Romeo 33: dal 1967 al 1977 un modello da corsa 8 e 12 cilindri, all'epoca vincente in CanAm, cronoscalate e sportprototipi, dove è campione del mondo nel 1975 e 1977, anno in cui vince tutte le gare in calendario. Ne deriva anche una versione omologata per la normale circolazione, la 33 Stradale, una delle automobili più belle di tutti i tempi. Dalla 33 derivano i celebri prototipi Bertone Carabo e Navajo, Italdesign Iguana, Pininfarina Coupé Speciale e Cuneo, conservati nel museo di Arese. Nel 1983 il nome 33 risorge per la berlina prodotta a Pomigliano d'Arco come erede dell'Alfasud, da cui eredita pianale, motori boxer e impostazione generale, incluso il vano motore con la celebre “vasca servizi”. Disponibile con carrozzeria 5 porte e station wagon, la 33 totalizza quasi un milione di esemplari fino al 1995, grazie anche a un'evoluzione continua. Se ne distinguono comunque due serie principali: la 905 fino al 1986 e la successiva 907. Caratterizzata da motorizzazioni brillanti e da un'ottima dinamica di guida, la 33 è la classica youngtimer che, se non usata in maniera troppo gravosa, è da scovare in vendita nelle versioni più ricche e sportive, già da collezione ma acquistabili a prezzo modesto: Quadrifoglio Oro e Verde, TI, Permanent4 e Q4. Altro discorso per la 33 da competizione: una storica di primissimo livello, già da tempo nell'empireo del collezionismo.
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