Descrizione
1949 - Jaguar XK 120 Barou Berlinette One-Off Telaio n. 670028 Immatricolazione francese Veicolo venduto senza ispezione tecnica Un'autentica, unica, performante ed elegante berlinetta da corsa Jaguar, con un record di pista che non si vedeva da quasi 40 anni, e idonea per i più grandi eventi! 29 agosto 1951, Nizza. La Promenade des Anglais si trasforma in un parco chiuso per la prima edizione del leggendario Tour de France Automobile del dopoguerra. Il programma di questo incredibile evento, supportato - come la versione ciclistica - dall'immancabile giornale L'Equipe, prevedeva ben 5. 239 km suddivisi in 6 tappe, con un totale di 7 eventi di classifica (prove speciali e circuiti). Quasi 100 concorrenti si sono presentati alla partenza quel giorno con un parco macchine degno di Prévert, che spaziava dalle Hotchkiss d'anteguerra alle ultime Ferrari 212 Export, oltre a 2CV, Jaguar XK120, Peugeot 203 e Aston Martin DB2. Va detto che il regolamento di questo primo Tour Auto apriva le porte a tutti e "senza alcuna restrizione", essendo riservato alle "autovetture di serie" che, grazie al lungo elenco di trasformazioni autorizzate, diventavano "autovetture di serie appositamente adattate". Per puntare alla vittoria assoluta, fu introdotto un sistema di coefficienti che avrebbe dovuto livellare le differenze tra le vetture, soprattutto in termini di cilindrata. Alla fine, però, furono i "grossi calibri" a spuntarla, tra cui le Ferrari e le Jaguar XK 120, e fu al volante di una delle primissime roadster Open a due posti (con carrozzeria in alluminio), acquistata dall'importatore francese di guida a sinistra Charles Delecroix, che Henri Peignaux, un abile gentleman driver e concessionario Jaguar per la regione di Lione, scese in pista, co-pilota di Roger Montabert. La vettura, colorata di grigio corazzato, si è dimostrata fin dall'inizio un'ottima performance, guidata da Peignaux in modo magistrale. Nella seconda tappa, l'equipaggio fece segnare il miglior tempo nella salita del Col de Peyresourde, nei Pirenei, con una media di oltre 75 km/ h, lasciandosi alle spalle il vincitore finale dell'evento, "Pagnibon", al volante della sua Ferrari 212. Purtroppo, nella terza gara, Montabert uscì di strada, Peignaux rimase gravemente ferito e l'auto fu gravemente danneggiata. Durante la convalescenza, Peignaux affidò la Jaguar distrutta (sembra che fosse stato ordinato alla fabbrica un nuovo telaio sostitutivo non punzonato) a un amico dell'Ardèche, Jean Barou, un carrozziere specializzato in veicoli pubblicitari e auto sportive. Pochi mesi dopo, la Jaguar tornò a Lione allestita come una superba berlina dal design di ispirazione italiana. Peignaux la vendette in questa configurazione a uno dei suoi clienti, anch'egli desideroso di cimentarsi nelle competizioni, un uomo di Digione di nome Jean Laroche che, guidato da Jean Radix, avrebbe partecipato alla leggendaria e difficilissima Liegi-Roma-Liegi del 1952. Date le condizioni climatiche e la durezza dell'evento, noto anche come Marathon de la Route, che si svolgeva su strade aperte in un'unica tappa di oltre 3. 500 km, i concorrenti amavano iscriversi a vetture chiuse, come la Barou berlinette, che disponeva anche di un casco di protezione per il copilota, il cui ruolo era già essenziale. L'equipaggio di Digione, numero 82, fece un'ottima prestazione e si classificò al secondo posto, dietro alla Porsche 356 vincitrice. Quell'anno, solo 24 dei 125 equipaggi partenti portarono a termine la gara... Barou realizzò anche una berlinetta, vista alla Lyon-Charbonnières del 1954, che si differenziava dalla prima per la griglia del radiatore e per alcuni altri dettagli. Realizzò anche una barquette, anch'essa iscritta alla Lyon-Charbonnières, ma non ebbe più successo. Mentre la seconda berlinetta è scomparsa, la barquette è sopravvissuta, restaurata negli anni Ottanta da Roland Urban, specialista di Jaguar speciali, e iscritta più volte alla Mille Miglia storica da uno dei suoi successivi proprietari. La nostra sublime berlina Jaguar ad alte prestazioni n. 670028 fu venduta nel 1952 e di nuovo nel 1954, prima di finire nel dimenticatoio. È stato grazie a un annuncio che l'attuale proprietario, un appassionato illuminato, ha acquistato l'auto. Fece riverniciare l'auto, che all'epoca era bianca, nella sua attuale tonalità rossa e la utilizzò in diversi raduni, dove incontrò in particolare Roland Urban, che notò la grande autenticità dell'auto, il suo basso livello di usura e le sue elevate prestazioni. Queste caratteristiche sono state confermate anche da Bernard Viart, il papa delle XK (che ringraziamo per i numerosi dettagli che ci ha fornito). Tra le sue caratteristiche speciali ci sono gli elementi specifici delle prime XK, un motore abbinato molto ben bilanciato, cerchi Borrani su misura e due bobine con contattore da competizione Souriau... Non si vedeva da quasi 40 anni, questa Jaguar unica ha tutte le carte in regola sul mercato odierno: un'auto ad alte prestazioni di un marchio nobile, una carrozzeria one-off, un curriculum nelle competizioni, una storia chiara e documentata, incredibili condizioni originali e una grande idoneità. Quale altra XK 120 sul mercato permette di partecipare ai più grandi concorsi di eleganza (Pebble Beach o Villa d'Este in particolare) e alle gare più prestigiose (Tour Auto e Goodwood tra gli altri...). Un'occasione unica da non perdere. Est. 350 000 - 450 000 € Questo veicolo sarà venduto all'asta durante la vendita di auto d'epoca organizzata dallo studio AGUTTES lunedì 7 aprile 2025 a Parigi, alla partenza del Tour Auto. Il catalogo digitale è disponibile sul nostro sito web. 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